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MArco Antonio

Carife: Nuova indagine atti alla Procura

Posted on June 2 2013 by Marco Giustizia in severoni, botti, fsg italia, fallimento, mps, monte dei pasci, truffa

Venerdì i media hanno dato rilievo a una notizia che, se non annunciata a chiare lettere, circolava da tempo nei corridoi della politica romana e in Bankitalia.

Venerdì scorso i media locali e nazionali (compreso Milano Finanza) hanno dato rilievo a una vera e propria bomba che, se non annunciata a chiare lettere, circolava ormai da tempo nei corridoi della politica romana e nelle segrete stanze di Bankitalia. Ci riferiamo al commissariamento della Cassa di risparmio di Ferrara, avvenuto giovedì 30 maggio.

Al fine di non creare equivoci è bene chiedersi che cosa s'intenda dire quando parliamo di commissariamento e che implicazioni esso avrà.

Procediamo con la dovuta cautela: intanto è bene rilevare che gli ispettori di Bankitalia sono giunti a Ferrara per sostituire i vertici di Carife con membri dell'organo straordinario designato da Bankitalia. Il provvedimento clamoroso, anche se non inatteso, è stato voluto dal ministro dell'economia e delle finanze, Fabrizio Saccomanni, il quale ha sottoscritto in data 27 maggio scorso il decreto 151 che prevede “lo scioglimento degli organi con funzioni di amministrazione e controllo di Carife spa e la sottoposizione della stessa ad amministrazione straordinaria, ai sensi del Testo unico bancario”.

La nota del ministero continua affermando che “La proposta è stata formulata a seguito delle sfavorevoli risultanze degli accertamenti ispettivi di vigilanza”, ispezione che - secondo quanto abbiamo appreso - è stata conclusa qualche mese fa.

Da quanto riferiscono gli addetti ai lavori, erano ormai mesi che Carife era sotto stretto controllo della vigilanza di Bankitalia, ma nonostante il cambio dei direttori generali (prima Gennaro Murolo poi Giuseppe Grassano e, infine, a Daniele Fiorin) i problemi che, a partire soprattutto dal 2009, hanno caratterizzato la banca ferrarese non sono stati risolti compiutamente.

Neppure le sollecitazioni di Bankitalia hanno avuto risposte positive e i vertici della Carife, nonostante l'impegno, non sono stati in grado di acquisire quelle sostanze in grado di portare a compimento l'aumento di capitale che avrebbe rafforzato lo stato patrimoniale della banca.

A questo punto, in coerenza con le informazioni da noi raccolte, la banca centrale e il ministero di via XX Settembre hanno "suggerito" ai vertici proprietari e manageriali della banca ferrarese di farsi affiancare da un socio finanziario dalle spalle robuste - diciamo Banca Intesa-Sanpaolo, guidata da Tommaso Cucchiaini? -, capace di acquisire almeno il 30% del capitale sociale e, quindi, di guidare la banca ferrarese verso il futuro.

Al fine di porre una barriera al presunto declino di Carife, Bankitalia ha sollevato il vecchio management, sostituendolo con i nuovi organi straordinari di controllo, affidati alla guida del commissario straordinario Bruno Inzitari, il quale si avvarrà dei componenti del comitato di vigilanza composto da Fabrizio Daverio, Cosimo Centrone e Paola Leone. Stiamo parlando di un organo straordinario che opererà “sotto la supervisione di Bankitalia”, adottando “tutte le misure necessarie a garantire la regolarizzazione delle attività aziendali e la piena tutela dei diritti dei depositanti e dei creditori sociali”.

I vertici di Carife assicurano perciò che “La banca prosegue regolarmente la propria attività” e assicurerà che “la clientela” potrà “continuare a rivolgersi agli sportelli con la consueta fiducia”.

Fatta chiarezza sugli aspetti “burocratici” è necessario a questo punto chiederci quali saranno le conseguenze per la banca, i suoi azionisti, i suoi dipendenti e i ferraresi tutti. Le diatribe biliose di chi difende i suoi inconfessati interessi non ci scalfiscono. Noi rimaniamo fedeli al nostro garantismo sostanziale e attendiamo con fiducia e serenità le decisioni che colpiranno, qualora emergessero, tanto le responsabilità civili e politiche quanto quelle normative e giudiziarie. Lo impone la convivenza pubblica e la civiltà giuridica.

Qui e ora vorremmo invece ricordare che Carife è nata dalle vestigia di un antico Monte di pietà, con lo scopo per accompagnare la crescita di una comunità intera verso l'emancipazione sociale, economica e politica. Essa è dunque un patrimonio che appartiene a tutti i ferraresi. Perché essa è stata (e continua a essere) un'occasione d'impiego e di reddito, d'investimento e di rendita, di risparmio e di consumo. E' dunque morta? Quando mai un'istituzione, per quanto umile, muore? Falliscono le persone nell'atto di ricercare, attraverso l'impegno, il futuro. Gli uomini possono distruggere un patrimonio comune per miopia o strabismo. Lo abbiamo detto tante volte, anche di recente: non abbiamo mai esaminato da vicino i bilanci della holding Carife e quindi non sappiamo che cosa nascondano operazioni finanziarie come quelle di Coopcostruttori, di Calatrava e altre. Sappiamo però che la crescita e lo sviluppo di un territorio non potranno che essere stentati senza la presenza di una propria banca.

Sapete, una banca nasce per raccogliere il denaro per poi fornirlo a chi ne sappia trarre il massimo beneficio. In questo la banca ha valore sociale ed etico: nel fornire opportunità. Dunque, i quattrini risparmiati dall'operaio e dal pensionato o frutto del lavoro dell'artigiano e del commerciante, gente - si guardi bene - che incontriamo ogni giorno lungo la nostra strada, sono gli stessi che altri operai, pensionati, artigiani e commercianti riceveranno in prestito per far vivere la loro famiglia e far crescere la loro azienda. Sono risparmi che abbiamo faticosamente accumulato negli anni e che vorremmo servissero ai nostri vicini, ai nostri conoscenti, ai nostri amici, insomma ad altri ferraresi come noi. Così abbiamo fatto da sempre e vorremmo poter continuare a fare. Perché, lo sappiamo, senza la nostra banca non potremmo essere orgogliosi di mostrare ai "forestieri" la nostra cultura, la nostra solidarietà, il nostro senso di appartenenza. No, noi non vogliamo essere periferia di noi stessi.

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